Platone

Platone nacque ad Atene nel 428/427 a.C. e morì nel 347 a.C.

Egli fu allievo di Socrate. Platone fondò ad Atene l’accademia platonica, dove questi filosofi o chi ambiva ad essere filosofo, in questo contesto accademico apprendevano tutto ciò che riguardava il ragionamento filosofico.

La filosofia di Platone comprende moltissimi ambiti del sapere: si parla di politica, d'arte, di religione (ovvero dell’ambito metafisico), di gnoseologia (scienza della conoscenza).

  

LA TEORIA DELLE IDEE

Platone inizia la sua ricerca proprio dal punto che era arrivato Socrate. Lui aveva detto che l’anima diventa buona e virtuosa attraverso la conoscenza: se essa conosce ciò che è bene nelle varie circostanze, non può commettere il male.

Platone nel Fedone chiarisce l’itinerario intellettuale che lo porta all’elaborazione della teoria delle idee, facendo ricorso a una metafora marinaresca: la prima e la seconda navigazione. Il filosofo sostiene di aver compiuto una prima navigazione sospinto dalle ricerche dei filosofi naturalisti (cioè i filosofi che ponevano l’arche in un primo principio materiale), per poi intraprendere, deluso da quella, una navigazione ulteriore basata soltanto sulle proprie forze che lo conduce alla scoperta del mondo delle idee. Con le sua indagini il filosofo comincia a domandarsi se la causa di ciò che è sensibile, mutevole, perituro, non possa essere qualcosa che trascende il sensibile stesso e che abbia le caratteristiche dell’immutabilità, dell’eternità e dell’assolutezza. Il suo ragionamento è: ciò che fa sì che ogni cosa sia come deve essere e come è bene che sia è una cosa immutabile che va oltre il piano contingente del sensibile.

Ci sono due piani dell’essere, uno fenomenico e visibile cioè il mondo delle cose, e l’altro meta fenomenico e invisibile, cioè quello delle idee.

Le idee sono pensieri, concetti, qualcosa di astratto. Per Platone invece non sono pensieri astratti ma sono delle vere e proprie entità di natura differente rispetto al sensibile e indipendenti dalla nostra mente. Le idee sono dunque delle sostanze immutabili e perfette poste in un altro mondo chiamato iperuranio, cioè al di là del cielo. Le idee non sono quindi un pensiero ma un essere.

Inoltre Platone parla delle idee in una relazione di mimesi, sostenendo che le cose imitano le idee; e parla anche di una relazione di partecipazione o metessi, nel senso che le cose sensibili partecipano in qualche modo della perfezione delle corrispettive idee nel mondo ideale; infine Platone parla di presenza o parusia dell’idee nelle cose, nel senso che il mondo sensibile non è che una rivelazione espressione visibile di quello ideale.

Le idee si classificano in:

-idee di valori morali, estetici e politici (bene, bellezza, giustizia,..)

-idee di enti geometrico-matematici (cerchio, linea,..)

-idee di oggetti naturali artificiali (piante, uomini,..)

 

Il mondo dell’idee platonico presenta alcuni caratteri tipici dell’essere parmenideo: infatti le idee sono eterne, incorruttibili, immutabili.

In sintesi idea non è staticamente isolata, ma può entrare in relazione con le altre idee in virtù dei suoi cinque attributi fondamentali, cioè i cinque generi sommi che sono: l’essere, l’identico, il diverso, la quiete, il movimento. 

 

LA CONCEZIONE DELLA CONOSCENZA

Per spiegare il processo della conoscenza, Platone ricorre alla dottrina orfica della reincarnazione delle anime, perché secondo il mito prima che noi nascessimo la nostra anima esisteva nel mondo ideale, dove contemplava le idee e aveva piena conoscenza di tutto, e poi costretta a incarnarsi nel corpo è caduta nell’oblio dimenticando tutto quanto

Quindi secondo Platone l’anima può conoscere le idee in quanto ha potuto contemplare in una fase precedente all’incarnazione. Quella che chiamiamo conoscenza in realtà non è che reminiscenza o anamnesi, cioè ricordo da parte dell’anima delle idee con cui era già stata in contatto.

La teoria dell’anamnesi rende conto della possibilità della conoscenza, fondata sul fatto che in noi esistono cognizioni innate, indipendenti dall’esperienza, che ci consentono di riconoscere di classificare le cose. 

Il principio fondamentale da cui parte, è quello secondo cui i gradi della conoscenza sono in un rapporto di corrispondenza con quelli dell’essere. Ciò significa che al dualismo ontologico, cioè il piano dell’essere, corrisponde un dualismo gnoseologico, cioè il piano del conoscere

Il mondo perfetto ed eterno delle idee è oggetto di una conoscenza stabile e universale, che coincide con la scienza, mentre la dimensione imperfetta e mutevole delle cose sensibili è all’origine della conoscenza dell’opinione.

 

 

Esistono poi 4° del sapere, con cui corrispondono 4° della realtà.

1) la conoscenza sensibile rispecchia il mondo sensibile e mutevole perituro e comprende due livelli:

- la congettura o immaginazione, che ha per oggetto le ombre e le immagini delle cose sensibili;

- la credenza, che ha come oggetto non più le immagini delle cose, ma le stesse cose sensibili e gli esseri viventi.

2) la conoscenza razionale invece rispecchia il mondo immutabile e perfetto delle idee e comprende      due livelli:

- la ragione scientifica o discorsiva, che ha come oggetto gli enti matematici, ossia numeri proporzioni o figure;

- l’intelligenza filosofica, che ha come oggetto le idee immortali come quella di bene, bello, uno, vero, ossia le idee valori.

 

Platone considera il metodo della dialettica la regina delle scienze oppure la tecnica propria della filosofia. La dialettica hai il compito di ricostruire la trama delle possibili connessioni tra le idee; essa permette cioè di comprendere e contemplare l’articolazione del mondo ideale. I filosofi usano la dialettica quando si pongono domande o risposte con l’intenzione di giungere a stabilire quale sia l’essenza delle cose. L’attività dialettica consiste proprio nel riconoscere quali idee possono essere connesse quali non possono esserlo.

Nel Fedro Platone afferma che la dialettica è caratterizzata dal movimento della sintesi e dall’analisi. La sintesi consiste nella determinazione definizione di una certa idea quale elemento unificatore di una molteplicità di cose. Mentre l’analisi consiste nella divisione dell’idea nelle sue varie articolazioni interne. 

 

LA DOTTRINA ETICA: L'ANIMA, L'AMORE E LA VIRTU'

Dopo la dottrina delle idee della conoscenza Platone si sofferma sulla visione etica.

Come Gorgia, Plauto afferma che l’unica vita degna di essere vissuta è quella improntata al bene e alla virtù. È infatti importante la cura dell’anima.

Per Platone l’anima è un vero e proprio principio spirituale, una sostanza semplice e incorporea, affine alle idee e dunque immortale, prigioniera di un corpo da cui deve progressivamente purificarsi attraverso la conoscenza.

L’immortalità dell’anima e per Platone una certezza che lui nel fedone tenta di dimostrare con vari argomenti. Il primo si basa sulla reminiscenza che implica la reincarnazione dell’anima

E poi spiega che l’anima proprio perché è capace di conoscere le idee, deve avere una natura loro affine; e quindi l’anima deve anche essere immutabile ed eterna. L’anima inoltre è connessa strutturalmente all’idea di vita, infatti non può cogliere la morte che rappresenta il suo contrario, poiché è immortale incorruttibile ed eterna. 

Nella parte conclusiva del Fedone, Platone affida al racconto mitologico la descrizione del viaggio delle anime nell’Ade, cioè il regno dei morti, un viaggio che a caratteri molto differenti a seconda che si tratti di anime buone o cattive. Se l’anima e la sua vita terrena è stata macchiata di impurità o di qualche colpa, andrà vagando da sola in uno stato di totale incertezza, fino ad arrivare nella prigione che le tocca cioè il tartaro; mentre se l’anima della sua vita terrena è stata temperata e saggia, sarà accolta nel luogo che gli si addice, ossia la parte più alta del cielo, cioè l’etere, cioè la cosa più bella e pura. Quindi ciascuno è responsabile della propria sorte. Infatti la filosofia rappresenta l’unica disciplina che può salvare l’uomo, perché insegna sia la verità che il bene.

Oltre all’anima razionale Platone ammette anche un’anima irascibile, in cui risiedono le virtù del coraggio e dell’eroismo, infine un’anima concupiscibile, dove abbiamo gli istinti. Poi per Platone assegna ciascuna delle tre parti dell’anima una propria sede nel corpo: la ragione e nel cervello, l’eroismo nel petto e la concupiscenza nelle viscere. La parte irascibile, è portato a cercare la vittoria e la gloria, mentre la parte concupiscibile è caratterizzata da un forte desiderio di piacere.

I tre tipi di comportamento corrispondenti dell’animo sono: gli uomini saggi, in cui prevale l’anima razionale, i guerrieri, in cui prevale il coraggio e l’amore, infine gli uomini comuni e volgari, presi dal piacere.


il mito del carro alato:

Nel Fedro, Platone spiega il mito del carro alato. l’auriga, cioè la ragione, aiutato dal cavallo buono, combatte con il cavallo cattivo, e conduce così il carro, cioè l’uomo, sulla strada giusta, cioè verso la metà sopra sensibile dell’iperuranio.

Si tratta di una metafora che descrivere la lotta tra pulsioni e desideri contrapposti.

Quindi Platone non nega la forza delle passioni, ma ritiene che sia compito della ragione e condurli nella giusta direzione.


È importante oltre all’animo, il tema dell’amore, che nel Fedro viene rappresentata come la forza che permette all’anima di elevarsi dall’esperienza sensibile alla bellezza ideale eterna. 

il primo gradino dell’itinerario d’amore dell’uomo è rappresentato dalla bellezza sensibile, che colpisce l’anima e la accende di desiderio. Platone vedeva l’amore come una forza mediatrice che consente di unire il sensibile e sopra sensibile, le cose e le idee, una forza che restituisce le ali all’anima e la eleva, attraverso i vari gradi della bellezza, la bellezza in sé. 

Un altro tema importante che decide di esporre Platone è il tema della virtù

Per Platone la virtù consiste nella conoscenza del bene, ma va oltre e ne delinea una dottrina articolata e complessa. 

Secondo lui ci sono quattro virtù fondamentali: la saggezza, la forza d’animo o coraggio, la temperanza, e la giustizia. la saggezza è la virtù della parte razionale dell’anima, che ci permette di ragionare; il coraggio è la parte irascibile e rappresenta la capacità di lottare; la temperanza e la capacità di contenere e moderare i piaceri; infine è la più importante è la giustizia, che nell’individuo si realizza quando ogni parte dell’anima svolge solo e unicamente la propria funzione, garantendo l’armonia del tutto.


LA VISIONE POLITICA E IL PROBLEMA EDUCATIVO

Platone inoltre anche ha una visione della politica, che è strettamente collegata a quella dell’etica.

Per Platone non c’è scissione tra vita privata e vita sociale, tra etica e politica, poiché non è possibile immaginare l’uomo come un individuo slegato dalla comunità di appartenenza, ed è per questo che la saggezza il coraggio la temperanza la giustizia, sono anche le virtù che egli attribuisce alle diverse classi sociali che compongono lo Stato.

La Repubblica e un dialogo che dimostra le virtù fondamentali dei cittadini nell’ambito dello Stato. Platone infatti è convinto che l’uomo si realizzi pienamente soltanto come cittadino, quindi come membro della propria città. quindi secondo Platone c’è un modello dello Stato ideale. 

Questo modello è strutturato in tre classi: la classe dei governanti, a cui deve essere affidato il comando della città; la classe dei guerrieri, a cui è affidato il compito della difesa militare; infine la classe dei lavoratori, a cui è affidato il compito di provvedere ai bisogni materiali. 

Inoltre ad ogni classe corrisponde una virtù, cioè i governanti la virtù della saggezza, i guerrieri la virtù del coraggio, infine i lavoratori la virtù della temperanza.

mentre la virtù della giustizia sta nella capacità di adempiere bene il proprio compito di cittadino nello Stato.

Lo Stato che Platone spiega è un regime aristocratico, in cui il governo deve essere affidato ai migliori. infatti la forma migliore di governo è l’aristocrazia, dove la giustizia è assicurata. ma dal governo emergono varie forme corrotte:

a. la timocrazia, che è il governo degli uomini che pongono al vertice solo ed esclusivamente l’onore, e quindi non la sapienza

b. l’oligarchia, che è un regime fondato sul censo, cioè i ricchi hanno il potere, mentre i poveri no

c. la democrazia, dove la gente povera prevale sui ricchi e quindi si impadronisce del potere

d. la tirannide, una forma di governo,la peggiore, dove il tirannide prende il potere con forza, ed è costretto a liberarsi di ogni persona saggia e intelligente, per circondarsi di persone più vili, che lo assecondano.

Il progetto educativo che Platone elabora per il filosofo mira alla ricerca della verità e dl bene. Il criterio fondante di ogni progetto educativo non è dunque il successo al guadagno, ma l’aspirazione al bene.

Le tappe fondamentali del percorso formativo del giovane destinato a reggere lo stato sono: a 7 anni riceve un educazione elementare fondata sulla ginnastica, sulla musica e sulla matematica; a 15 fa il servizio militare e dopo 2 anni incomincia a studiare le scienze; a 30 anni solo i giovani migliori iniziano a studiare la filosofia e il metodo dialettico; dai 35 anni i filosofi partecipano alla vita politica; e infine a 50 anni potranno governare la città. In tutti questi anni non possono avere una famiglia.

La matematica ha lo scopo di risvegliare lo spirito e di stimolare le capacità di astrazione di logica; e inoltre lo strumento principale della conversazione dell’anima.

 

 

mito della caverna:

Platone teorizza un percorso formativo per il futuro governante: mito della caverna. Secondo questo mito platonico, gli esseri umani sono come prigionieri incatenati costretti a guardare verso la parete di fondo sui cui si riflettono le ombre, volgendo le spalle all’entrata della caverna. Dietro di loro la caverna si apre con un fuoco e tra il fuoco e i prigionieri c'è un muro dietro a cui si nascondono i portatori di statuette. Se un prigioniero, liberato dalle catene, uscisse dalla caverna soffrirebbe per la luce abbagliante del sole.

Il mito è un'allegoria della formazione del filosofo e del destino a lui riservato nella società corrotta.

 

Nel mito della caverna i prigionieri incatenati rappresentano gli uomini che conoscono solo il mondo sensibile e sono imprigionati dall’ignoranza

Le ombre delle statue e gli oggetti riflessi nell’acqua rappresentano le sensazioni e le apparenze che l’uomo conosce attraverso i sensi, le stelle rappresentano le conoscenze che l’uomo raggiunge attraverso lo studio della matematica

Infine il sole rappresenta la conoscenza delle idee stesse.

 

Platone reputa necessaria la presenza delle arti nel curriculum formativo del giovane, come la poesia e l’epica, ma il suo giudizio verso l’arte è negativo, poiché l’arte esercita il suo fascino sulla parte razionale, incanta l’animo, lo confonde, ed è quindi una fonte di male ed errore.

L’arte è imitazione di imitazione perché per Platone l’artista imita attraverso l’arte la realtà non delle idee ma realtà sensibile. Essendo la realtà sensibile a sua volta immagine del mondo delle idee diventa così imitazione di imitazione.

L’arte rappresenta il mondo del sogno e delle immagini e quindi così può limitare la capacità di giudizio perché porta a conoscenze sensibili e ingannevoli e propone modelli non positivi e lontani dal vero.

Infatti Platone critica l’arte nella formazione dei giovani, perché solo la filosofia può raggiungere la verità.

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