Parmenide e il pensiero dell'essere

Parmenide

Parmenide nacque ad Elea, un'antica colonia greca situata sulla costa della Campania. Scrisse un poema in versi intitolata "sulla natura", di cui ci restano il proemio e alcuni frammenti. 

A differenza dei precedenti filosofi, Parmenide non cercava l'archè.

 

Il suo messaggio era → l'essere è, e non può non essere, mentre il non essere, non è e non può non essere

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Questo signifca che soltanto l'essere esiste e che il non essere non esiste e non può neanche essere pensato. 


Per Parmenide l'essere è inteso come uno, necessario, immobile, finito, omogeneo ed eterno. 

ontologia ➞  studio dell'essere in quanto essere, in tutte le sue caratteritiche universali


Per Parmenide l'essere è:

- ingenerato = se fosse generato nascerebbe dal nulla, quindi dal non essere

- eterno = se non fosse eterno implicherebbe il non essere

- immutabile e immobile = se cambiasse o si muovesse qualcosa implicherebbe il non essere

- finito = l'essere è un simbolo della perfezione, perchè l'essere è una sfera perfettamente                                      uguale e omogenea


I principi logici introdotti da Parmenide sono:

- principio di identità = afferma che ogni cosa è uguale a se stessa

- principio di non contraddizione = l'essere è, dunque non può non essere

- principio del terzo escluso = ogni cosa o è, o non è, quindi una terza cosa è da escludere



Zenone

È nato a Elea nel 489 a.C. circa. Fu un fedele discepolo di Parmenide ed egli difese le tesi del suo maestro Parmenide, cioè le tesi dell’essere, che è uno ed immutabile. 

Aristotele lo definì l’inventore della dialettica (=arte di argomentare con logica)


Zenone confutava, coloro che affermavano:

- la pluricità dell’essere e delle cose (pitagorici), perché l’essere è unico

- il movimento (Eraclito), perché l’essere è immutabile


Confutazione  delle tesi sul movimento: paradosso di Achille e la tartaruga 

Secondo questo paradosso, il veloce Achille non potrà mai raggiungere in una corsa la tartaruga se ad essa sia stato concesso un vantaggio iniziale anche di un solo passo.  Infatti, quando Achille raggiunge il punto dal quale è partita la tartaruga, essa ha già percorso un un certo tratto; quando poi Achille percorre questo se sono tratto, la tartaruga, di nuovo, percorre un altro piccolo tratto, e così via all’infinito, senza alcune possibilità che Achille possa raggiungere l’avversario. 




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